MICROBIOTA VAGINALE E VAGINOTIPI

da | Apr 9, 2021 | Endometriosi e Ormoni Femminili, Microbiota vaginale, Test diagnostici | 0 commenti

L’idea che il tratto urinario sia un ambiente sterile è stata sfidata con successo con l’aiuto dei progressi tecnologici, comprese le tecniche di biologia molecolare. Ora sappiamo che l’urina non è sterile, anche in assenza di un’infezione clinicamente rilevante, e infatti l’intero tratto urinario è abitato da microrganismi, con ogni comunità microbica urinaria unica. Una notevole quantità di ricerche supporta l’idea che, come i microrganismi in altri siti del corpo, alcuni batteri del microbiota urinario aiutano nel mantenimento della salute e la sua eubiosi determina, in una certa misura, quali agenti patogeni possono colonizzare il tratto urinario

L’OMEOSTASI DEL MICROBIOTA VAGINALE

La composizione dettagliata del microbiota vaginale è stata definita tecniche di sequenziamento genico. Uno studio trasversale su 394 donne sane di quattro gruppi etnici ha classificato il microbiota vaginale in cinque comunità microbiche, chiamate tipi di stato comunitario (CST o Community State Types), che sono generalmente dominate da specie di Lactobacillus.

In breve, CST I, II, III e V sono dominati dalle specie Lactobacillus (Lactobacillus crispatus, Lactobacillus gasseri, Lactobacillus iners e Lactobacillus jensenii rispettivamente) e CST IV non ha specie dominanti ed è classificato come gruppo diversificato, con un numero maggiore di batteri come come Prevotella, Gardnerella, Aerococcus, Finegoldia e Mobiluncus

DISBIOSI DEL MICROBIOTA VAGINALE

La disbiosi del tratto urinario è stata collegata a una moltitudine di disturbi tra cui vaginosi batterica, parto prematuro nelle donne in gravidanza, infertilità, aborti spontanei e aumento del rischio di infezioni a trasmissione sessuale. E. coli è responsabile dell’80% delle infezioni del tratto urinario ricorrenti ed è solitamente accompagnato da una diminuzione dei lattobacilli. La disbiosi più comune del microbiota vaginale è la vaginosi batterica, tipicamente associata ad un aumento di Gardnerella vaginalis, Atopobium vaginae e altri anaerobi tra cui Megasphaera spp., Dialister spp., Prevotella spp., Mobiluncus spp. con o senza una bassa abbondanza relativa di L. iners.

I profili del microbiota CST IV mostrano una maggiore dominanza dei batteri anaerobici associati alla vaginosi batterica. Tuttavia, poiché il profilo CST IV viene rilevato in donne sane, studi recenti supportano ora un ruolo per le interazioni polimicrobiche, la formazione di biofilm e le risposte immunitarie dell’ospite nell’eziologia della vaginosi batterica.

STRATEGIA PER IL MICROBIOTA VAGINALE

Molto spesso eventi di vaginosi batterica o candidosi vaginale sono conseguenti ad un alterato assetto dell’ecosistema microbico intestinale, i due fenomeni vanno di pari passo. Quindi è bene indagare l’assetto sia del microbiota intestinale che vaginale. In Italia ci sono pochi laboratori che indagano la composizione del microbiota vaginale, uno di questi è il MyMicrobiota di Piacenza. Una volta appurate queste condizioni, è bene intraprendere una strategia per ristabilire l’integrità della mucosa intestinale e per consolidare la salute del microbiota vaginale. Il tempo minimo per ristabilire in maniera dignitosa sia la funzione intestinale che l’assetto del microbiota vaginale è di 3 mesi ma può arrivare anche a 6 mesi

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Ravel J, Gajer P, Abdo Z, et al. Vaginal microbiome of reproductive-age women. Proc Natl Acad Sci. 2011;108(Supplement_1):4680-4687.Foto da Biology Dictionary