Le persone che consumano zucchero e altri carboidrati in eccesso per un lungo periodo di tempo hanno un rischio maggiore di sviluppare una malattia autoimmune. Nei pazienti affetti, il sistema immunitario attacca i tessuti dell’organismo e le conseguenze sono, ad esempio, malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, il diabete di tipo 1 e l’infiammazione cronica della tiroide.
- Le cellule immunitarie hanno bisogno di grandi quantità di zucchero sotto forma di glucosio per svolgere i loro compiti. Con l’aiuto di trasportatori specializzati nella loro membrana cellulare, possono assorbire il glucosio dall’ambiente
- Alcuni ricercatori hanno di recente dimostrato che uno specifico trasportatore di glucosio, chiamato GLUT3, svolge ulteriori funzioni metaboliche nei linfociti T oltre alla generazione di energia dallo zucchero.
- Le cellule T helper di tipo 17, dette anche linfociti Th17, che svolgono un ruolo importante nella regolazione dei processi (auto)infiammatori. Queste cellule Th17 esprimono molte proteine GLUT3 sulla loro superficie cellulare. Una volta assorbito, il glucosio viene prontamente convertito in acido citrico nei mitocondri prima di essere metabolizzato in acetil-coenzima A (acetil-CoA) nel citoplasma.
- L’acetil-CoA, coinvolto in numerosi processi metabolici, tra cui la biosintesi dei lipidi, è in grado di aumentare l’espressione di geni pro-infiammatori
Queste nuove scoperte aprono la strada allo sviluppo di una terapia mirata delle malattie autoimmuni. Ad esempio, il blocco della sintesi GLUT3-dipendente dell’acetil-CoA da parte dell’integratore alimentare idrossicitrato, usato per trattare l’obesità, può mitigare le funzioni patogene delle cellule Th17 e ridurre i processi infiammatori-patologici.
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