Per farla breve, è peggio di quanto pensassimo. Gli autori di uno studio su Cell Reports hanno descritto gli effetti acuti di alcuni antibiotici sul microbioma intestinale delle persone sane e un aumento persistente dei geni di resistenza agli antibiotici osservato fino a 6 mesi!
- Hanno reclutato 20 volontari, randomizzati in 1 di 4 gruppi, per ricevere (1) azitromicina, (2) levofloxacina, (3) cefpodoxima o (4) cefpodoxima + azitromicina. Hanno campionato i microbioti intestinali in 15 diversi punti temporali, 4 prima degli antibiotici e 11 dopo.
- Gli antibiotici hanno ridotto la carica batterica complessiva del microbiota così come la ricchezza di specie (ridotta biodiversità)
- Mentre il microbioma della maggior parte dei volontari è tornato a una ricchezza di specie simile a 2 mesi, la composizione complessiva e il resistoma erano significativamente diversi. Quelli del gruppo azitromicina hanno mostrato un significativo ritardo nel recupero della ricchezza di specie. I gruppi non-azitromicina hanno mostrato un recupero al basale nei conteggi CFU/ml e nella ricchezza di specie entro il giorno 19, ma i gruppi di azitromicina hanno continuato ad avere una ricchezza di specie significativamente inferiore fino al giorno 65.
- Per quanto riguarda le differenze nel tempo nel resistoma, il carico dei geni di resistenza antimicrobica è aumentato significativamente per quei volontari che hanno ricevuto cefpodoxima, azitromicina e la combinazione dei due.
Mentre l’antibiotico terapia è salvavita in numerose condizioni patologiche infettive, il suo uso deve essere ragionato e misurato sulla base di sensibilità accertate. In condizioni di disbiosi intestinali che riguardano lo squilibrio di batteri commensali, in assenza di infezioni patogene esterne, non è certo che l’antibiotico possa offrire un vantaggio. Se volete approfondire approcci alternativi relativi alla modulazione del microbiota scrivetemi in chat o per email a info@disbiosidoctor.com