Pochissime proteine nel corpo hanno un cambiamento che le rende uniche rispetto alle corrispondenti proteine nei Neanderthal e nelle scimmie. I ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Germania e del Karolinska Institutet in Svezia hanno ora studiato una di queste proteine, la glutatione reduttasi, che protegge dallo stress ossidativo.
Lo studio dimostra che ci possiede la variante di Neanderthal ha un aumentato rischio di produrre radicali dell’ossigeno più reattivi che sono la causa dello stress ossidativo
Lo studio mostra anche che la variante di Neanderthal del glutatione reduttasi è passata agli esseri umani odierni in bassa frequenza quando i nostri antenati si sono mescolati con loro circa 60.000 anni fa. Oggi si riscontra principalmente nel subcontinente indiano con una frequenza stimata dall’1 al 2% della popolazione. I ricercatori hanno scoperto che le persone che portano la variante proteica di Neanderthal hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie vascolari e malattie infiammatorie intestinali, entrambe le malattie legate allo stress ossidativo.
Disturbi nell’omeostasi del glutatione sono stati riscontrati in diverse patologie come il cancro, AIDS, malattie neurodegenerative e cardiovascolari. Difetti genetici che comportano la riduzione dei livelli di glutatione provocano anemia emolitica e problemi neurologici.
I livelli di glutatione si possono misurare nel sangue e riflettono le concentrazioni di questo metabolita nei vari tessuti dell’organismo come quello cardiaco, epatico, renale e cerebrale. Inoltre attraverso dei test genetici è possibile rilevare polimorfismi che portano ad una ridotta produzione di questa molecola.
Questo esame può pertanto aiutare a capire quanto il bilancio dello stress ossidativo possa influire sul tuo rischio di malattie infiammatorie