La dieta “paleo” è solitamente promossa come mezzo per migliorare la salute dell’intestino. Ma nonostante la sua popolarità, nuovi dati osservazionali rivelano che gli individui che consumano questa dieta mostrano un cambiamento nella composizione del microbiota intestinale, insieme a livelli sierici di trimetilammina-N-ossido (TMAO) aumentati.
Un gruppo di ricercatori ha esplorato l’associazione tra l’assunzione dietetica e la salute sia gastrointestinale che cardiovascolare in individui che seguivano una dieta PALEO (ad esclusione di cereali, legumi, latticini) per più di 1 anno (n. =44). Gli individui che seguivano una dieta australiana bilanciata standard a base di cereali, legumi e latticini sono stati utilizzati come gruppo di controllo (n=47). I soggetti PALEO hanno mostrato
- Un minore apporto di amido resistente, che è un tipo di fibra alimentare che è un substrato preferito per il microbiota intestinale
- Riduzioni nei generi Roseburia e Bifidobacteria, che sono coinvolti nel metabolismo di carboidrati complessi e che producono butirrato.
- Una maggiore abbondanza di Clostridium hathewayi (appartenente al genere Hungatella), produttore di trimetilammina (TMA) poi convertita dal metabolismo batterico in TMAO, un metabolita che aumenta il rischio cardiovascolare
- L’abbondanza relativa del genere Hungatella e i livelli sierici di TMAO erano inversamente associati all’assunzione di cereali integrali, ma non all’amido resistente. Questi risultati potrebbero indicare che un maggior consumo di cereali per chi segue la dieta PALEO potrebbe rallentare questa conversione metabolica.
Queste osservazioni evidenziano i limiti della dieta PALEO sulla salute intestinale e cardiovascolare. Per chi segue una dieta PALEO si consiglia di effettuare degli esami sul microbiota intestinale per identificare questi fattori di rischio. Se vuoi scoprirne di più su come gestire una dieta PALEO scrivimi in chat o visita il blog www.disbiosidoctor.com