L’istamina è un’ammina biogena prodotta e rilasciata da diversi tipi di cellule, tra cui mastociti, basofili, piastrine, neuroni istaminergici, cellule enterocromaffini, a seguito di stimolazione. Quando l’istamina si accumula a livello intestinale può contribuire ai sintomi dell’“intolleranza all’istamina” quali difficoltà digestive, reazioni dermatologiche, flushing, rossore, colite, gastrite, cefalea, tachicardia.
Ecco sotto i principali meccanismi che inducono accumulo di istamina a livello intestinale:
- Proliferazione di batteri intestinali in grado di produrre istamina (Klebsiella, Hafnia, Citrobacter, Serratia, Pseudomonas) o di batteri gram-negativi che attraverso la molecola di membrana LPS causano una forte attivazione mastocitaria
- Alimentazione ricca di alimenti che contengono istamina o istamino-liberatori come caffè, cioccolato, banane, fragole, kiwi, insaccati, formaggi, pomodori, spinaci, noci, legumi
- Carenza di DAO e HNMT, enzimi responsabili della degradazione dell’istamina. L’enzima DAO è prodotto a livello dell’intestino tenue; quindi, eventuali danni o infiammazione possono ridurne la produzione
- Presenza di una ‘leaky gut’ ovvero di permeabilità intestinale, che espone il sistema immunitario ad una maggiore sollecitazione nei confronti di allergeni ambientali ed alimentari, tossine, componenti batteriche
Uno dei test che propongo spesso in questi casi è il test dell’istamina fecale
- Misura i livelli di istamina prodotti a livello intestinale che riflette un’attività mastocitaria in loco e lo stato di infiammazione intestinale
- Non è invasivo ed è facilmente ripetibile nel tempo, per monitorare l’efficacia della terapia antinfiammatoria
- Si può combinare con analisi di altri marcatori rilevanti come DAO e HNMT fecale e marcatori di attivazione mastocitaria come triptasi, chimasi, carbossipeptidasi fecali
Hai sintomi di intolleranza all’istamina e vuoi scoprire quali test sono utili per te? Scrivimi in chat o per email a info@disbiosidoctor.com